Immaginiamo un gommista che debba cambiare le gomme a 10 macchine.
Se procede cambiando prima la ruota anteriore sinistra di ogni macchina, poi l’anteriore destra...
e così via, consegnerà le macchine ai clienti quasi tutte insieme ma dopo molto tempo dall’inizio del lavoro.
Se invece cambia subito tutte le ruote della prima macchina, poi tutte le ruote della seconda e così via,
riuscirà a consegnare prima le macchine a 9 clienti, mentre il decimo riceverà la macchina esattamente nello stesso momento
in cui l’avrebbe ricevuta con il primo modo di procedere.
Considerando ogni ruota come l’udienza di un processo, i giudici italiani lavorano nel primo modo, ossia “parallelamente” su molti processi.
I tempi della giustizia si accorcerebbero invece “meccanicamente” (per il semplice principio matematico esemplificato dal gommista),
se i giudici lavorassero in modo “sequenziale e concentrato” su un numero limitato di processi, cercando di chiuderli prima di aprirne di nuovi.
Per fare questo, tuttavia, un agenda elettronica che ottimizzi l’uso degli spazi disponibili è essenziale.